Omofobia - un punto di vista femminile.

Il Parlamento italiano ed il (mal)governo del Berluskaiser da avanspettacolo, ancora una volta si sono attirati le critiche dell’ONU per aver fatto retrocedere il paese in tema di diritti civili e limitazioni delle libertà personali. Ieri, la bocciatura della legge sull’omofobia, prima le leggi razziste e violente sui respingimenti dei migranti, giusto per citare alcune delle misure liberticide di questo parlamento eletto da masse di italiani lobotomizzate dalla propaganda ossessiva delle reti televisive di proprietà o controllate dall’aspirante dittatorello. Questa bocciatura, sicuramente, vuole essere un gentile regalo all’altro grande potere italiano: Santa Romana Chiesa. Quale miglior modo per mettere a tacere le critiche tiepide rivolte al Berlusca , dopo i noti scandali di puttane e cocaina. Con questa bocciatura è come se avessero autorizzato tutti i decerebrati rozzi e violenti a commettere azioni ripugnanti contro gli omosessuali. La violenza contro i diversi, spesso, è mossa più dalla paura che dal reale disprezzo verso coloro cui vengono indirizzate pulsioni distruttive. A maggior ragione contro gli omosessuali. “Io ti aggredisco perché voglio dimostrare a me stesso e ai componenti del mio branco che non sono come te, che sono un vero maschio “. Noi donne, sappiamo bene cos’è la discriminazione sessuale e nei nostri corpi portiamo i segni della violenza brutale dei cosiddetti maschi. Ecco perché ci è facile provare empatia con le loro sofferenze. Donne ed omosessuali hanno per secoli e secoli avuto un destino comune. Del resto, quando si vuole offendere un maschio, non gli si dice, forse, che si comporta come una femminuccia? Entrambi siamo stati le vittime eccellenti della cultura maschilista, a cui le religioni hanno dato un contributo fondamentale. La religione giudaicocristiana, nel suo totale disprezzo (paura) delle donne è arrivata a crearsi un dio uomo, a sua immagine e somiglianza. Si è inventata la verginità della madre di Gesù, e per molti secoli ha persino negato che le donne potessero avere un’anima. Ancora oggi nega alle donne la piena parità con gli uomini. La sua posizione nei confronti dell’omosessualità è un distillato purissimo di ipocrisia. Sono ancora vivissimi i ricordi degli scandali che l’hanno travolta negli USA, in Irlanda, in Italia etc. etc etc. Le violenze sessuali dei preti sui bambini, sugli adolescenti sono, quasi, fatti quotidiani. Eppure il suo capo e i suoi generali continuano a tuonare contro una parte dell’umanità da loro giudicata contro natura. Come se loro possedessero i segreti della Natura e fossero, quindi autorizzati a giudicare e distinguere ciò che è naturale da ciò che non lo è. E se anche fosse? La chiesa ha un’enorme colpa nei confronti delle donne e dei gay. Essa ha teorizzato ed imposto la cultura sessuofobica ancora dominante. Il controllo delle coscienze passava attraverso il controllo dei corpi. Ha fatto uno scempio della sana sessualità, rendendola sporca e caricandola di significati che vanno oltre il naturale bisogno d’amore degli esseri umani. La sua voglia di proibizione ha trasformato la sessualità in una qualsiasi attività produttiva. Il precetto: ”Ti puoi accoppiare solo se devi procreare”, continua ad essere legge (vedi la follia del proibire l’uso dei profilattici anche nei paesi devastati dall’AIDS). La sua avversione contro gli omosessuali si spiega anche con l’impossibilità per quest’ultimi di procreare. Additandoli alla pubblica opinione come peccatori li espone come facili prede alla violenza di ragazzini o adulti frustrati ed insicuri che come branchi di belve affamate vanno a caccia per soddisfare i loro istinti brutali. Farebbe bene la chiesa cattolica a riflettere sulle sue gravissime colpe e sulle sue complicità indirette nei recenti fatti di cronaca. Non può chiamarsi fuori. Questi sono i frutti avvelenati che si raccolgono quando si semina l’odio per un’altra parte dell’umanità. Solo che a farne le spese sono coppie di uomini o donne colpevoli solo di amare persone del loro stesso sesso. Pensavamo che certi fatti non dovessero più accadere, perlomeno nelle grandi città. Ed invece è proprio nelle grandi città che si verifica con sempre maggiore frequenza l’imbarbarimento dei rapporti umani. Stupri, violenze contro i migranti, contro i barboni, contro i gay. Invece di rivolgere la loro rabbia contro il potere e contro le classi dominanti, i veri colpevoli del loro disagio e delle loro vite squallide e insensate si scagliano contro i più deboli, non riuscendo a decifrare in maniera positiva l’origine del loro malessere. Essi stessi vittime della cultura dell’odio che giova solo a chi tiene i fili del loro destino, diventando a loro volta carnefici. L’organizzazione piramidale della violenza per sopravvivere ha bisogno di una larga base su cui reggersi. La società classista e capitalista finchè durerà creerà masse di sfruttati e di reietti su cui basarsi. Senza la base il vertice crollerebbe miseramente su sé stesso. Tutti i teorici dell’odio possono ritenersi soddisfatti per aver creato emerite teste di cazzo che per noia si divertono a dar fuoco ai barboni. E hanno pure il coraggio di parlare di perdita dei valori. Noi dobbiamo solo impegnarci con tutte le nostre forze per diffondere le nostre idee di libertà, amore e giustizia sociale per tutti. Solo quando tutti gli esseri umani si uniranno per abbattere questo sistema ingiusto che crea violenze, dolori e disuguaglianze si potrà realmente assistere alla nascita di un mondo pacificato in cui ognuno sarà libero di esprimere sé stesso, indipendentemente dall’orientamento sessuale, dal colore della pelle o da qualsiasi altra differenza che caratterizza ciascuno di noi. Lavoriamo, compagni. La strada è ancora molto lunga ed è tutta in salita. Buon lavoro a tutti!

Una individualità anarchica di genere